CORSARO: Il federalismo non aggiunge tasse

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L’intervento del 2/3/2011 di Massimo Corsaro, deputato del Pdl, alla Camera dei deputati

Signor Presidente, è con buona pace del terzo segretario del Partito Democratico che ci è stata data l’opportunità di conoscere nel corso di questo primo scorcio di legislatura
Con buona pace del terzo segretario del Partito Democratico, che abbiamo conosciuto in questo primo scorcio di legislatura, le cose non stanno come ce le ha descritte. Infatti, la realtà che stiamo cercando positivamente di modificare, anche e soprattutto con questo provvedimento, parla di una situazione di non contenimento della spesa pubblica, di disordine dei conti dello Stato, che si è generato in particolare da quando il 60 per cento della gestione dell’amministrazione della spesa pubblica è stato trasferito dallo Stato centrale agli enti locali senza che agli enti locali venisse contemporaneamente corrisposto l’obbligo di metterci la faccia sulla domanda di quei quattrini che provengono dalle tasche dei cittadini e che vengono impegnati senza alcuna responsabilizzazione 


Il percorso che noi abbiamo individuato sin dall’inizio del processo di realizzazione del federalismo fiscale con l’approvazione della legge n. 42 del 2009 parla invece chiaramente un linguaggio diverso e moderno. Parla della necessità di definire tutti assieme i cosiddetti fabbisogni, ovvero quel tanto di qualità e di quantità di servizi ineludibili che devono essere garantiti su tutto il territorio italiano perché a noi, sì, sta a cuore che su tutto il territorio italiano ciascun cittadino abbia la possibilità di avvalersi dello stesso livello, della stessa qualità e della stessa quantità dei servizi.
Tuttavia, abbiamo anche detto che quei servizi devono avere un costo preciso, che è stato definito costo standard, per evitare quello che avviene tristemente nel nostro Paese, in cui la stessa operazione se è fatta in un ospedale costa 2 mila euro, se è fatta in un ospedale di un’altra regione ne costa 10 mila e, guarda caso, generalmente nelle regioni in cui quell’intervento costa di più chi si ammala cerca un treno per andare a farsi curare nelle regioni dove costa di meno Il passaggio che vogliamo determinare è quello dai trasferimenti sic et simpliciter alla possibilità di determinare un’autonomia fiscale in cui agli enti locali, ai comuni, alle province e alle regioni sia trasferito esattamente l’importo necessario per poter sostenere quei fabbisogni che sono ineludibili e che devono essere garantiti a tutti i cittadini con costi che devono essere equilibrati su tutto il territorio nazionale.


Onorevole Bersani, con questo sistema si vedrà chi è capace di governare, non chi imbroglia nei numeri dei bilanci pubblici Mi spiace, presidente Casini, che lei non lo abbia rilevato, ma questo è assolutamente il sistema necessario e indispensabile per far riappropriare al nostro Stato quell’autorevolezza che sola garantisce la partecipazione e il riconoscimento degli italiani nella propria identità nazionale.
Noi del Popolo della Libertà salutiamo con estremo favore la fortunata coincidenza del percorso di realizzazione del federalismo fiscale proprio nell’anno in cui celebriamo i centocinquanta anni dell’unità d’Italia.


Voglio cogliere l’occasione per ringraziare il nostro Governo, che ha voluto riconoscere il prossimo 17 marzo la solennità della celebrazione dell’unità d’Italia, che sarà assai più forte perché renderemo con il federalismo più concreto ed efficiente il sistema delle istituzioni Ma voi, opposizioni vecchie e nuove, somma innaturale di sconfitti alle elezioni e di trasformismi parlamentari, non avete avuto il coraggio di partecipare a questo percorso innovativo.


A voi non interessa effettuare il percorso di riforme. Vi interessa cercare di sfruttare un clima di polemiche che deriva da vicissitudini che nulla hanno a che vedere con la politica, e il terzo segretario del Partito Democratico ne ha dato un’ulteriore testimonianza nel suo intervento in Aula pochi minuti fa Lo dimostra il lavoro della Commissione bicamerale per il federalismo. Lo dimostra il fatto che, al termine di quel lavoro, il primo che ha riconosciuto la positività del testo uscito è stato il presidente dell’ANCI, che è il vostro sindaco di Torino ChiamparinoLo dimostra il fatto che nella partecipazione concreta ai lavori di quella Commissione il gruppo di Futuro e Libertà con una propria autorevolissima espressione aveva chiesto che venisse cambiato il criterio di compartecipazione ovvero di trasposizione dei fondi dallo Stato centrale alle amministrazioni periferiche, chiedendo che la compartecipazione non fosse fatta sull’imposta sul reddito delle persone fisiche, ma venisse fatta sull’IVA perché - ci ha spiegato autorevolmente il professor Baldassarri - è più omogeneamente diffusa sul territorio e questo concetto ci avrebbe consentito una migliore perequazione del trasferimento dei fondi. Sapete che cosa è successo? Che il senatore Baldassarri ci ha convinti e che noi abbiamo trasformato il testo di quel decreto inserendo la compartecipazione non più sull’IRPEF, ma anche sull’IVA.


Solo che in quel momento abbiamo appreso che al gruppo di Futuro e Libertà ciò improvvisamente non bastava più, perché scoprivamo soltanto in quel momento che il loro voto sarebbe diventato favorevole solo a condizione che noi fossimo disponibili a rimettere la tassa sulla prima casa, cosa che noi consideriamo eticamente e culturalmente immorale Ciò la dice lunga sul fatto che si cercava semplicemente un alibi per non approvare una riforma nella quale si era creduto e per la quale si era partecipato.
Per non parlare, signor terzo segretario del Partito Democratico, delle richieste formalizzate in quella Commissione dal suo partito. Altro che alzare le tasse! Il suo partito ha presentato una serie di emendamenti che avrebbero fatto costare questa riforma, che costa 11 miliardi di euro, addirittura 30 miliardi! Chi è che vuole sperperare i danari pubblici, onorevole Bersani 


Avete cercato semplicemente di sfruttare per ostruzionismo una composizione dei numeri della Commissione bicamerale non più fedele alle maggioranze parlamentari. Avete cercato di sfruttare la parità di deputati all’interno di quella Commissione noncuranti del fatto che nelle Aule parlamentari - dove si determinano i numeri - il centrosinistra perdeva i pezzi e il gruppo di Futuro e Libertà è in preda ad un’emorragia rispetto alla quale nemmeno il miglior Doctor House riuscirebbe a porre rimedio Noi in questo decreto abbiamo sostituito i trasferimenti statali con tributi propri e compartecipazioni. Abbiamo, cioè, realizzato il concetto di responsabilizzazione degli amministratori locali, che sono la garanzia del soddisfacimento delle necessità del Paese. Abbiamo accorpato il numero delle imposte, cioè abbiamo semplificato, onorevole Bersani. Lei una volta di queste cose se ne intendeva Abbiamo responsabilizzato e interessato i comuni nella lotta all’evasione fiscale certi che solo un controllo territoriale più prossimo a dove si genera l’evasione possa garantire alle casse dello Stato di riacquisire i danari di chi cerca di evadere le imposte. Abbiamo certamente introdotto la cedolare secca sulle locazioni. È l’unico elemento, onorevole Bersani, in cui abbiamo trattato direttamente qualche cosa che riguarda le tasse dei cittadini. Si è dimenticato però di dire un particolare: con la cedolare secca abbiamo abbassato le tasse agli italiani Abbiamo concesso la tassa di soggiorno con il vincolo, però, che i comuni che la applicano possano e debbano destinare i finanziamenti così acquisiti al turismo, ai beni culturali, ai servizi pubblici.


Voglio ringraziare in questo senso l’importantissimo lavoro che, per tutto l’iter non solo di questo provvedimento, ma di quelli precedenti (e sono certo da domani del federalismo regionale), hanno garantito il Ministro Calderoli e il Presidente della Commissione, onorevole La Loggia di cui voglio citare la relazione - vi invito a leggerla - perché lì dentro ci sono i numeri veri con cui si determina con certezza che non ci sarà nessun aggravio, neanche di un euro, del carico fiscale con l’applicazione di questa riformaOggi avete descritto il federalismo che stiamo cercando di realizzare in un modo tutt’affatto diverso dalla sua realtà.


Dieci giorni fa e anche nel suo intervento, signor terzo segretario del Partito Democratico (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), lei aveva addirittura assicurato a Bossi che la riforma gliela avrebbe lasciata fare in poche settimane solo se - e a quel punto lo ha implorato - fosse stato disponibile a lasciare Berlusconi. Segua il labiale, onorevole Bersani. Lei, voi, questa maggioranza non la di-vi-de-re-te Una volta di più, signori delle opposizioni vecchie e nuove, quelli legittimati dal voto e quelli che sono nati coperti da ruoli istituzionali precedentemente portati all’incasso, rinunciate a vincere insieme a noi per l’Italia per continuare a perdere da soli. L’Italia non si fermerà ad aspettarvi e noi neppure.

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