Mantovano: Troppa cautela istituzionale sullo sconfinamento dei pm di Palermo
La nota del deputato del Pdl sul conflitto di attribuzioni
"Non é strettamente necessario intervenire sul conflitto di attribuzioni sollevato dal Quirinale. Ma da chi interviene, soprattutto se riveste una carica istituzionale, ci si attende che affronti la sostanza della questione".
Lo ha sottolineato Alfredo Mantovano, deputato del Pdl, che si dice meravigliato "nel leggere che per il ministro della Giustizia la cosa più importante é non che sia stato intercettato - e più volte - il Capo della Stato, né che tali intercettazioni siano avvenute nel contesto di un procedimento penale che impiega sforzi, mezzi ed energie per sindacare una scelta di governo operata 20 anni fa (cosa che non compete al giudice, ma allo storico o al politico). Per il Guardasigilli la cosa più importante é che quelle telefonate restino segrete (come se la Costituzione e la legge non prevedano che vadano distrutte)! Altrettanto sorprendente e’ leggere che per il Procuratore nazionale antimafia i pm di Palermo sono "in buona fede": come se la categoria della "buona fede" tranquillizzasse sull’avvenuto superamento di limiti istituzionali invalicabili. La realtà, fra "esimente" della buona fede e auspicio di mantenimento della privacy, é che manca quella compattezza di sostanza fra tutte le istituzioni, che é la base minima per garantire da inammissibili sconfinamenti".