Berlusconi: E' un governo di pacificazione

Ampi stralci dell'intervento del Presidente a "La telefonata" di Maurizio Belpietro

Silvio Berlusconi

“La sparatoria vicino a Palazzo Chigi é stato un fatto grave, ma l’ordine pubblico non é in pericolo e mi auguro che non lo sia mai. Sono da condannare quanti, all’estrema sinistra, hanno preso il pretesto della sparatoria per lanciare accuse ai politici. Quando si incita all’odio, si gioca col fuoco e si inveisce contro tutti, succedono cose come questa. Il nostro pensiero deve andare ai carabinieri feriti. Gli italiani non cedano alle campagne di odio. Io ne sono stato bersaglio per 20 anni e si sono visti i risultati.”


“Siamo riusciti a formare questo governo in poco tempo, dopo che altri  avevano perso due mesi. Ne é venuto fuori un governo che ci soddisfa, di pacificazione, tra forze che non si riteneva potessero collaborare nello stesso governo. Un governo per lo sviluppo e la crescita, per la riforma dell’architettura costituzionale dello Stato, per rendere finalmente governabile l’Italia.”


“Il governo Letta, avendo una fortissima maggioranza, può avere una vita duratura perché possa approvare tutte le riforme che deve fare in materia di economia, e sono diverse, e per approvare quello che, magari, la Convenzione costituzionale porterà come progetto all’esame del Parlamento per rendere il paese davvero governabile e arrivare finalmente all’elezione diretta del Presidente della Repubblica.
Se ci fosse un fallimento, si dovrebbe andare decisamente alle elezioni, e chi avrebbe la colpa di farlo fallire si assumerebbe le proprie responsabilità. Da parte nostra c’é il desiderio di farlo lavorare, speriamo dall’altra parte ci sia altrettanto”.


“Quanto alla Convenzione per le riforme della Costituzione  ricordo che nelle trattative per la formazione di questo governo si é determinato che il presidente debba essere indicato dalla nostra forza politica. Quindi immagino di poter essere io a presiederla perché ho avuto modo, in nove anni da presidente del Consiglio, di verificare come davvero il Paese non sia governabile.


I padri costituenti, al momento di distribuire il potere non ne diedero al governo, temendo che potessero verificarsi le condizioni che avevano portato alla dittatura, e lo distribuirono a assemblee parlamentari, al Capo dello Stato e alla Corte costituzionale. Quindi, il nostro presidente del Consiglio non può cambiare un ministro, non può usare lo strumento del decreto legge, usato invece normalmente da tutti i suoi colleghi delle democrazie occidentali. Così non si può governare il Paese.”


“In questo governo non c’é la mia presenza personale ma il programma che deve svolgere deriva dagli studi che abbiamo fatto, sfociati in otto ddl già depositati in Parlamento e spiegati agli elettori nella campagna elettorale. Essendo io il presidente del Pdl i nostri ministri avranno un continuo contatto e dialogo con il nostro movimento. E quindi anche con me.
Noi abbiamo posto come condizione che si procedano alle politiche di rilancio: l’abolizione dell’Imu, la detassazione per cinque anni sulle assunzioni dei giovani, la riduzione della pressione fiscale e lo stop  ai metodi violenti di Equitalia.”



“Non credo che il Pd abbia scelto le ’mani libere’. Per quanto ci riguarda  abbiamo trattato sulla formazione del governo senza porre paletti né ci siamo impuntati su nulla. La cosa più importante era costituire un governo in poco tempo, inserire i punti del nostro programma assolutamente decisivi per la ripresa della nostra economia. Credo assolutamente necessario arrivare a una pacificazione. Troppe lacerazioni ci sono state in passato. Un Paese come il nostro deve porsi l’obiettivo di arrivare al bipolarismo, non al frazionamento di partiti come quello che viene fuori adesso dalle elezioni. Come avviene nella più grande democrazia del mondo, gli Usa, dove Democratici e Repubblicani si contrappongono e nessuno ha il timore che se vanno al governo gli altri si debbano sopportare ingiustizie da mandare giù.”


Silvio Berlusconi a “La telefonata”  di Maurizio Belpietro, 29 aprile 2013

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